I confini non esistono e basta attraversare i Colli Berici per conoscere nuovi piccoli giocolieri di cantina e di vino. Due visioni di crescita diverse, stesso talento nella produzione. Una rottura di schemi incisiva e determinata. Nessun compromesso per loro che hanno reso la difesa e la longevita’ del territorio la condicio sine qua non del loro essere artigiani.
Garganeghe esplosive.
Al confine con la zona del Soave, nel cuore di Gambellara, troviamo Davide Spillare, esperienza decennale nonostante i suoi freschi 30 anni.
Inerpicandoci su un piccolo colle a 30 km da Vicenza, troviamo il regno di un moderno contadino barbuto. Davide ama la terra su cui cammina. Sogna di restituirla in futuro ai suoi figli meglio di come l’ha trovata. Amante delle macchine agricole, nella sua vigna non ne usa. Da dieci anni si dedica con le sole mani alle vigne di Garganega e Merlot sui Colli Berici e i risultati sono vini da capogiro.
Rispetto per la terra, per la vigna e accompagnare la vinificazione senza intervenire. Ecco i principi di Davide Spillare nella ricerca della massima espressione del territorio vulcanico, tosto ma friabile, dei Colli Berici vicentini.
Vino della Scuola POP
Tenuta l’Armonia si trova sopra la zona industriale di Montecchio Maggiore, su di un colle che si eleva per 300 m.s.l.m. dove si gode di un clima speciale. Qua si erge la fucina creativa dell’eclettico Andrea Pendin. Qua prende vita una visione imprenditoriale ed interpretativa di un territorio a cui molti giovani produttori della zona cominciano ad accodarsi, completamente diversa da quella classica. L’obiettivo è creare un nuovo momento di rilancio per una zona piena di vita e di espressività, finora sottovalutata dai più, come quella dei Colli Berici e del suo vino.
Una bevuta caldamente consigliata a chiunque voglia godersi un attimo di respiro. Giù dal colle si incontra Fare Cibo, luogo dove la fermentazione, grazie agli sforzi di Andrea, diventa tangibile attraverso materie prime di elevata qualità, per buona parte autoprodotte. Con Pendin si tratta insomma di confrontare, comprendere, vivere ed ingerire fermentazione (liquida nel vino e solida nei lievitati) che esprima rispetto della terra.
Un pensiero fuori programma
C’è una figura degna del massimo rispetto, da portare sempre a mente. Essa accomuna le realtà con cui siamo in contatto. Parliamo dei genitori dei vignaioli. Presenze ferme e forti come le radici delle piante che coltivano, duri come le rocce e testardi come i muli. Si direbbero avanti con gli anni ma saltano di pianta in pianta come giovani stambecchi e, quando un guaio nasce in cantina, tuonano come se il cielo dovesse crollarti sulla testa. Ogni tanto si prendono le loro dai figli, ma rimangono figure fondamentali. Senza di loro molti produttori non sarebbero ancora in grado di camminare con le proprie gambe. E questa è una riflessione che viene dal campo, vissuto in prima persona.
A loro la gratitudine di aver trasferito il sapere manuale dei loro padri ai figli, nostri amici.
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